Introversione ed estroversione sono due termini entrati ormai nel linguaggio comune proprio a partire dall'opera di Jung, ma spesso fraintesi e lontani dall'accezione contenuta in Tipi psicologici.
Per Jung introversione ed estroversione sono due atteggiamenti causati dall'orientamento della libido, dall'energia psichica.
Come la forza fisica può venire impiegata in diversi modi (es. spingere e tirare), così l'energia psichica può manifestarsi in diverse maniere e dirigersi verso l'oggetto oppure verso il soggetto, da qui i due termini estroverso e introverso.
L'orientamento estroverso della coscienza conduce a:
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un orientamento dell'energia psichica verso elementi del mondo esterno;
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un atteggiamento positivo, di attrazione, verso l'oggetto (in senso lato del termine);
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un agire in maniera direttamente corrispondente alle norme e alle leggi della realtà esterna
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un maggior peso del fattore oggettivo a scapito del fattore soggettivo con la conformazione della realtà esterna;
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l'orientamento dell'energia psichica inverso nell'inconscio (dunque orientamento introverso ed egocentrato).
L'orientamento introverso della coscienza conduce a:
1. un orientamento dell'energia psichica verso elementi del mondo interiore (idee, pensieri, emozioni...) che conduce a una tendenza alla riflessione e interesse per il mondo interiore;
2. un atteggiamento negativo (scetticismo, diffidenza), di timore e paura, (soprattutto nei bambini introversi) e/o di rifiuto (alterigia), verso l'oggetto (che si traduce in un disinteresse per i fatti e gli avvenimenti del mondo esterno);
3. un agire in maniera indiretta rispetto alle norme e alle leggi della realtà esterna con una mediazione di una componente legata al soggetto (fattore soggettivo) e la tendenza a relazionarsi con l'immagine archetipica piuttosto che con la realtà (ideali e standard interiorizzati);
4. un maggior peso del fattore soggettivo nelle valutazioni a discapito del fattore oggettivo;
5. l'orientamento dell'energia psichica inverso nell'inconscio (cioè un orientamento estroverso). .
Queste caratteristiche dei due atteggiamenti valgono sia per l'orientamento generale del soggetto, sia per la funzione orientate.
Quando si parla di “orientamento generale” del soggetto si riferisce all'atteggiamento che in generale e in maniera preponderante viene stabilmente adottato dal soggetto, cioè a partire dalla primissima infanzia e con continuità nel tempo, ed è sostanzialmente determinato da fattori biologici.
Quando si parla invece di funzioni orientate si parla di orientamento specifico della singola funzione, cioè del singolo “settore” (es. sentimento, pensiero ecc...), cioè in quale direzione viene indirizzata l'energia psichica